lunedì 04/02/2019
BOTTA E RISPOSTA – CONTINUA SULLA TORINO-LIONE IL DUELLO A DISTANZA TRA I DUE VICEPREMIER

Continua tra Salvini e Di Maio la gara a chi tira più dritto e il campo preferito – come ormai da alcuni giorni – è il Tav Torino-Lione. E se sabato il ministro degli Interni era stato invitato sul tema a “non rompere i coglioni” da Alessandro Di Battista, ieri ha dovuto incassare la “supercazzola” del collega vicepremier a proposito del progetto “mini Tav” rilanciato in mattinata sulle pagine de Il Messaggero e Il Mattino: “Si può risparmiare un miliardo tramite alcune modifiche – aveva detto il leader leghista – e si può rivedere in questo senso il progetto, come dice il contratto di governo, e non vedo grossi problemi”.
A farglieli trovare, come detto, Luigi Di Maio, nel pomeriggio, durante un comizio: “Il tema non è il ridimensionamento dell’opera, altrimenti parliamo di una supercazzola”.
È andata avanti così, tutto il giorno un botta e risposta a distanza, in realtà neppure troppa. Se infatti il capo politico del M5S parlava da Ortona in provincia di Chieti, il “capitano” verde era impegnato in un comizio a Campli (Teramo). Più o meno un centinaio di km di distanza, a occhio assai meno di quelli che dividono i due dal tema-totem del Tav. La giornata era cominciata con una nemmeno troppo velata esibizione di muscoli di Salvini nella già citata intervista: “Ma figuriamoci, nessuno stop (al Tav, ndr) – aveva detto –. Un conto sono le parole, un conto sono i fatti. L’intesa si trova sempre. Così è stato in questi otto mesi. E sarà così anche stavolta. Siamo abituati a trattare e a portare a casa il risultato, e infatti la maggioranza degli italiani è dalla nostra parte”.
Salvini ha poi rilanciato nel pomeriggio: “Sia l’Abruzzo che l’Italia hanno bisogno di più opere, di più ferrovie, di più strade: i soldi devono servire per finire le opere cominciate, non per tornare indietro. Se sono stati scavati 25 km di tunnel, è più utile andare avanti e finirlo o spendere soldi per chiudere il buco? Io sono per andare avanti”.
La replica di Di Maio non si è fatta attendere: “Finché al governo ci sarà il Movimento – ha detto – il Tav non si farà. Salvini tira dritto? A tirare dritto sono io, siamo convinti, come trapelato dal ministero delle Infrastrutture, che l’analisi costi-benefici sia negativa. Quel buco non si inizia. Perché non è nemmeno iniziato”. Quindi di che parla Salvini?, verrebbe da chiedersi? Il punto che separa i due è il concetto di opera “iniziata”. Attualmente in Francia e in Italia sono stati scavati circa 25 km di gallerie di servizio al tunnel di base, mentre la vera grande opera (il tunnel di base da 57 km, appunto) non è ancora nemmeno cantierizzata. Insomma, una questione di punti di vista. Su un punto, tuttavia, i due sono totalmente in sintonia: escludere l’ipotesi di uno scambio politico Tav per autorizzazione a procedere sul caso Diciotti: “Non siamo al mercato – dichiara Salvini – Questo è da vecchi governi, con vecchie regole, ‘mi dai questo in cambio di quell’altro’”. “Qualcuno mi ha detto che questo del Tav sarebbe uno scambio con il caso Diciotti – replica Di Maio – ma io rispondo che non siamo abituati a ragionare sugli scambi politici”.
