Federico Capurso

«In questi giorni parlano tutti, ma senza conoscere le carte», si lamenta il senatore del Movimento 5 Stelle Francesco Urraro, membro della Giunta per le immunità che dovrà decidere se mandare o meno a processo Matteo Salvini. Invece, «la questione è tecnica, dobbiamo studiare a fondo gli atti».

Urraro, la questione oltre che «tecnica», all’interno del Movimento è anche confusa. Lei ha capito che linea politica avete sul caso Diciotti?

«Mi rendo conto che la conseguenza della nostra decisione sarà anche politica, ma in Giunta lavoriamo da tecnici. Le due cose vanno distinte».

Prima però eravate pronti a mandarlo a processo. Cosa è cambiato?

«Ha cambiato idea Salvini».

E questo cosa c’entra con le valutazioni tecniche? Anche nel Movimento se lo chiedono. E c’è chi grida al tradimento dei vostri valori.

«Sbagliano. Dobbiamo solo capire se Salvini ha agito in forza di un preminente interesse pubblico o di un interesse costituzionalmente garantito. L’immunità non c’entra nulla. È un procedimento diverso rispetto a quelli classici, e che nasce al termine di una vicenda drammatica, che certo non ci fa piacere».

Sbaglia anche Di Battista? Aveva detto che difficilmente potreste negare un processo a un politico.

«Avrà ritenuto superati degli elementi che noi invece dobbiamo approfondire. Dagli atti delle procure emerge chiaramente l’operato del ministro Salvini e la collegialità della scelta in seno al governo. Credo che entro pochi giorni avremo già un orientamento».

Nessun timore che, se verrà negata l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, il Movimento possa spaccarsi?

«Direi di no. Con gli altri senatori M5S non mi sono ancora confrontato, ma ci sarà un incontro con il gruppo per spiegare e condividere il nostro percorso in giunta».

Sicuro di poter arrivare a una decisione senza che ci sia anche un accordo politico a Palazzo Chigi?

«In Giunta siamo operatori del diritto, ancora prima di essere rappresentanti politici. La Giunta è un organo importante che non può fare valutazioni del genere».

Non sente neanche Di Maio?

«Con Di Maio ci sentiamo continuamente e lo aggiorno passo dopo passo degli sviluppi. Ci dovremo sicuramente rivedere anche con lui».

Depositerà una memoria difensiva anche Di Maio?

«Non può farlo di sua spontanea volontà. Glielo dovrebbe chiedere la Giunta, se fosse necessario approfondire qualcosa. Ma siamo ancora all’inizio. E tutte le opzioni sono ancora in campo. Lasciateci studiare le carte».