Code ai pronto soccorso, barelle che mancano, «è l’inefficacia della politica sanitaria della Regione». Lo afferma la Cgil Liguria. «In questo modo al cittadino si somma il disagio dell’attesa al malessere da cui è affetto e al servizio di Pronto Soccorso il sovraccarico di lavoro per interventi che dovrebbero più efficacemente essere effettuati da strutture territoriali in collaborazione con i medici di medicina di famiglia, se ci fossero nella realtà e non solo nei documenti della Regione», scrive la Cgil.

«Altrettanto virtuali sono gli incentivi per gli operatori che si sobbarcano l’impatto di questa organizzazione, di cui si discute nei tavoli sindacali da almeno un anno senza che ai lavoratori sia arrivato un quattrino. Alcune assunzioni di nuovi infermieri sono state effettuate negli ultimi mesi, ma meno di quelli che sono andati in pensione in questa legislatura. Ad oggi mancano all’appello circa 500 fra infermieri, operatori socio sanitari e tecnici ai quali si aggiunge la carenza di 180 medici. La Regione in questo modo “risparmia” 120 milioni sottratti alla cura dei cittadini liguri».

«Infine – afferma Federico vesigna, segretario generale della Cgil Liguria – l’idea di spalmare il disagio non solo sui pazienti del Pronto Soccorso, ma anche sulle persone che si vedono posticipato l’intervento programmato, dimostra la difficoltà del sistema ad affrontare organizzativamente situazioni strutturali ampiamente prevedibili col rischio di ingrossare le fila di coloro che vanno a farsi curare fuori regione».a.am.